Spreco alimentare, numeri da incubo soprattutto nel sud Italia

Pubblicato Dicembre 16, 2025 · Aggiornato Dicembre 15, 2025

Lo spreco alimentare in Italia non è omogeneo, ma evidenzia una marcata frattura territoriale.

Secondo gli analisti di Ener2Crowd nel Nord lo spreco domestico medio settimanale pro capite si attesta a 515,2 grammi, il 7% in meno rispetto alla media nazionale.

Nel Centro scende ulteriormente a 490,6 grammi (–12%), mentre nel Sud sale fino a 628,6 grammi, superando del 13% la media del Paese.

Dati che emergono dall’analisi incrociata di Waste Watcher International, International Center for Social Research ed Eurostat.

Queste differenze riflettono squilibri economici, infrastrutturali e di accesso ai servizi: laddove i redditi sono più bassi e i servizi meno efficienti, spiegano gli esperti di Ener2Crowd, lo spreco alimentare tende ad aumentare.

Il calo previsto per il Natale 2025 interesserà l’intero territorio nazionale, ma non sarà sufficiente a colmare il divario geografico, che resta uno dei principali nodi da sciogliere per rendere davvero efficace l’economia circolare anche a tavola.

A livello urbano, le stime mostrano situazioni simili nei comportamenti individuali, ma molto diverse negli effetti complessivi.

A Roma, lo spreco alimentare domestico durante le festività natalizie (dal 24 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026) è stimato in 551,9 grammi pro capite, un valore analogo a quello di Milano.