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La lezione di Antonino Cannavacciuolo: “Sognare e non temere di sbagliare”

Antonino Cannavacciuolo è stato al centro della scena durante la oresentazione della edizione numero 46 de Le Guide de L’Espresso, andata in scena al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Per la prima volta, il suo ristorante Villa Crespi ha conquistato il traguardo dei cinque cappelli, entrando nel ristretto gruppo dei 21 ristoranti al top e raggiungendo il punteggio massimo di 20 su 20.

“All’inizio c’è sempre la paura di sbagliare – ha detto dal palco -. È normale. E poi arriva quasi l’ossessione di fare tutto “perfetto”, sempre meglio. Ma a un certo punto capisci che non si tratta solo di perfezione. Si tratta di passione, di costanza, di avere una visione e di crederci anche quando gli altri non ci credono ancora”.

“La parte più bella oggi è poter condividere questo percorso con persone che lavorano con noi da anni, anche da decenni. Ecco, questo per me è un onore, ma anche una responsabilità. Dobbiamo essere un esempio, soprattutto per i giovani. Sbagliare fa parte del cammino. Ma se sai trasformare l’errore in lezione, se lo sai girare a tuo favore, allora non hai fallito: hai imparato. E quello è il primo vero successo”.

“Io sono partito da Napoli, con un’idea, insieme a mia moglie. E ci abbiamo creduto. Anche quando tutto sembrava difficile, anche quando mancavano i mezzi. Oggi sembra tutto più accessibile, un tavolo, dei macchinari, dei locali, ma trent’anni fa non era così. Avere un’idea e portarla avanti era un salto nel vuoto. Eppure ci siamo riusciti. Abbiamo messo radici. Siamo cresciuti grazie al lavoro, alla dedizione e a una cosa che non dovrebbe mai mancare: il sogno. Sì, il sogno. Perché se non sogni, non costruisci nulla”.

“Molte delle attività che oggi vedete sono nate con un furgoncino che portava la roba su, tra mille difficoltà. Ma è proprio lì che nasce il valore. Dal sacrificio. Dalla voglia di farcela. E oggi siamo ancora qui. Con tante persone che ci sono rimaste accanto, con progetti nuovi che ci spingono ad andare avanti. Sempre con la stessa fame, la stessa voglia di fare”.

 

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